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IARI

Indice di Alterazione del Regime Idrologico. È utilizzato per l’analisi del regime idrologico di un corso d’acqua. In corrispondenza di una sezione trasversale, l’indice fornisce una misura dello scostamento del regime idrologico osservato rispetto a quello naturale, che si avrebbe in assenza di pressioni antropiche.

IDRAIM

Sistema di valutazione IDRomorfologica, Analisi e Monitoraggio dei corsi d’acqua. L’IDRAIM costituisce un quadro metodologico complessivo di analisi, valutazione post-monitoraggio e di definizione delle misure di mitigazione degli impatti ai fini della pianificazione integrata prevista dalle Direttive 2000/60/CE e 2007/60/CE.L’IDRAIM si pone come sistema a supporto della gestione dei corsi d’acqua e dei processi geomorfologici attraverso due principali strumenti operativi: l’Indice di Qualità Morfologica (IQM) e l’Indice di Alterazione del Regime Idrologico (IARI)

Idrogeologia

Disciplina che studia le leggi che regolano il moto delle acque sotterranee e le interazioni fisico-chimiche dell’acqua con il mezzo (terreno o roccia) che le contengono. 

Idrogramma

Rappresentazione grafica dell’andamento di un parametro idrologico (es. portata o livello idrometrico) nel corso del tempo. Es. Idrogramma di piena: rappresentazione della portata defluita in una sezione fluviale nel corso del tempo.

Idrologia

Disciplina che ha per oggetto lo studio delle acque nell’atmosfera, sulla superficie terrestre e nel sottosuolo. Secondo la definizione della World Meteorological Organization (WMO) l’idrologia è la scienza che studia le acque che si trovano al di sopra e al di sotto delle superficie del suolo, la loro occorrenza, circolazione e distribuzione, nel tempo e nello spazio, le loro proprietà biologiche, chimiche e fisiche e la loro interazione con l’ambiente circostante, incluse le relazioni con gli esseri viventi.

Idrometro

Strumento che rileva i livelli idrometrici di un corso d’acqua o di un lago. Esistono diverse tipologie di sensori idrometrici: idrometri radar, idrometri a ultrasuoni, idrometri a pressione.

InSAR

Il SAR  (Synthetic Aperture Radar = Radar ad Apertura Sintetic) è una tecnica di telerilevamento attiva: un'antenna emette una radiazione che, una volta raggiunta la superficie, viene riflessa e catturata dallo stesso sensore. Le antenne SAR posso essere posizionate a terra, su satelliti o su dispositivi aerei. Negli ultimi decenni la quantità di satelliti in orbita dotati di antenne SAR è cresciuta notevolmente. I primi ad essere lanciati in orbita sono stati i satelliti ERS nel 1991, più recentemente l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha lanciato due satelliti gemelli, denominati Sentinel-1A e Sentinel-1B posizionandoli in modo tale da garantire un periodo di rivisitazione di soli 6 giorni.

L’utilizzo di due o più immagini SAR permette di ottenere l’Interferometria differenziale (DInSAR). Il risultato è rappresentato da un interferogramma che riporta la variazione di fase dei segnali radar tra le due epoche di acquisizione. Questa tecnica può essere utilizzata sia per realizzare modelli digitali di elevazione, sia per ottenere mappe della deformazione superficiale (particolarmente evidenti, ad esempio, a seguito di un terremoto), capaci di raggiungere una precisione millimetrica.

Una specifica tipologia della tecnica DInSAR prende il nome di Persistent Scatterer InSAR. Si basa sull'utilizzo di numerose immagini SAR per l'ottenimento di serie temporali associate a riflettori consistenti nel tempo. I riflettori sono oggetti che si mantengono coerenti lungo l'intero periodo di studio e che si possono identificare in tutte le immagini della serie temporale. I movimenti che vengono registrati sono dell’ordine del mm/anno e trovano applicazione in vari campi (dal monitoraggio dei fenomenti franori, allo studio delle subsidenza, al monitoraggio di infrastrutture). Nell’ambito del programma Copernicus, il servizio EGMS (European Ground Motion Service) rende disponibili i dati dei Persistent Scatterer con una serie storica di 5 anni per l’intero territorio europeo.

I dati acquisiti dalla costellazione Sentinel e i prodotti EGMS sono a libero accesso tramite il programma Copernicus.

Instabilità

Stato dell'atmosfera per cui una particella d'aria, comunque sollecitata verso l'alto o verso il basso, tende spontaneamente ad allontanarsi sempre di più dal suo livello di origine, anche se la sollecitazione viene cessata.

Intensità

Severità geometrica e meccanica di un fenomeno. Può essere espressa in scala relativa oppure in termini di una o più grandezze caratteristiche del fenomeno (volume, velocità, energia, ecc.).

Intensità (terremoti)

Misura gli effetti di un terremoto sulle costruzioni, sull’uomo e sull’ambiente, classificandoli in dodici gradi attraverso la scala Mercalli, dal nome del sismologo italiano che, all’inizio del XX secolo, diffuse a livello internazionale la classificazione dei terremoti secondo gli effetti e i danni che producevano: più alto il grado, più disastroso il terremoto. Questa scala è stata successivamente modificata da Cancani e Sieber. Per stimare l’intensità di un terremoto bisogna osservare e valutare gli effetti che esso ha causato in tutta l’area interessata. Per questo squadre di tecnici specializzati compiono ricognizioni nella zona colpita da un terremoto e raccolgono dati per realizzare le mappe macrosismiche con l’indicazione dell’intensità del sisma nelle diverse località colpite La magnitudo di un terremoto è solo una, mentre l’intensità può cambiare da luogo a luogo, secondo quel che è successo a cose e persone; in genere, più ci si allontana dall’epicentro e più diminuisce.

La magnitudo Richter ML e la scala Mercalli-Cancani-Sieberg sono due misure estremamente diverse: la prima è ottenuta utilizzando i sismometri; la seconda è una classificazione degli effetti del terremoto su ambiente, persone e cose. Sono misure non sempre correlabili; terremoti forti in zone disabitate o con edifici antisismici non causano danni e hanno quindi gradi bassi di intensità. Viceversa, piccoli terremoti in aree con costruzioni non adeguate possono provocare danni e determinare gradi alti di intensità.
(https://ingvterremoti.com/glossario/)

Intensità del vento

Velocità del movimento dell'aria sulla superficie terrestre.

La velocità del vento viene misurata nel Sistema Internazionale (SI) in metri al secondo (m/s) o in chilometri all’ora (km/h). Una
terza possibilità d’espressione è il nodo (kn) definito come un miglio marittimo (=1853 m) all’ora,
con le seguenti conversioni:
1 m/s = 3.6 km/h = 1.94 kn
1 kn = 0.51 m/s = 1.85 km/h

L'intensità del vento si misura con l'anemometro

La velocità del vento è un elemento meteorologico estremamente variabile nel tempo. L’intervallo standard definito dalla O.M.M. (Organizzazione Meteorologica Mondiale) per misurare l’intensità del vento medio è dieci minuti. In tale intervallo però si possono misurare  centinaia  o migliaia  di  valori  diversi.  Più turbolento  sarà  il vento, più ampia sarà la variazione. Oltre ad indicare il valore medio, è allora importante dare un’informazione sulla variabilità del vento, in termini statistici, la sua varianza. Questa necessità viene tenuta presente da alcuni bollettini meteorologici che danno indicazioni sui punti massimi, le raffiche di vento.

 

Inversione termica

Situazione termica in cui la temperatura aumenta con la quota, invece di diminuire: cioè sotto è freddo e sopra è caldo, mentre normalmente è viceversa. Uno strato (di atmosfera) di inversione termica può avere la base a contatto con il terreno, oppure più in alto: nel primo caso si parla di inversione al suolo, nel secondo di inversione in quota. Esse hanno origini diverse e possono avere effetti diversi, perchè la prima può generare la nebbia al suolo, mentre la seconda le nubi basse e medio-basse, che coprono la pianura e la bassa valle, lasciando magari le montagne in quota col cielo sereno (in assenza di nubi alte).

Ipocentro

È la zona in profondità dove, in seguito ai movimenti delle placche litosferiche, le rocce della crosta terrestre si rompono dando origine al terremoto. In Italia i terremoti avvengono generalmente entro i 30 km di profondità, mentre nel Tirreno meridionale si possono registrare terremoti con ipocentro profondo fino a 600 km. (https://ingvterremoti.com/glossario/)

Isobara

Linea, generalmente tracciata su una carta geografica, che congiunge i punti di uguale pressione atmosferica ad un dato livello (per es. al livello del mare).

Si dice che l'isobara ha curvatura "ciclonica" quando la sua concavità è rivolta verso le pressioni più basse di quella che esiste sull'isobara (cioè verso il centro di una depressione), e curvatura "anticiclonica" quando la concavità è rivolta verso pressioni più alte (cioè verso il centro di un'alta pressione).

Isoterma

Linea, generalmente tracciata su una carta geografica, che congiunge i punti di uguale temperatura.