Ghiacciai e permafrost

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I ghiacciai e il permafrost sono entità dinamiche particolarmente sensibili ai cambiamenti climatici.  

Tra le componenti della criosfera, il permafrost è sicuramente l’elemento più difficile da osservare, benché sia quello più diffuso al mondo, e per questo motivo viene definito come “la componente nascosta della criosfera”.  Il permafrost (contrazione dei termini inglesi “perennially frozen ground”) viene definito come terreno o roccia che presenta una temperatura minore o uguale a 0 °C per almeno due anni consecutivi, indipendentemente dalla presenza di ghiaccio. 

La presenza del ghiaccio per la definizione del permafrost, quindi, non è un elemento fondante in quanto il materiale può essere secco o può contenere acqua allo stato liquido, anche se le temperature sono < 0 °C (ad es. a causa di sali disciolti o di falde in pressione che abbassano la temperatura di congelamento). Lo studio e il monitoraggio del permafrost sono relativamente recenti e negli ultimi anni hanno avuto un forte impulso grazie all’attenzione crescente posta dalla comunità scientifica e dall’opinione pubblica sia ai cambiamenti climatici, sia agli effetti del riscaldamento globale nelle aree alto alpine. 
Infatti, il permafrost è direttamente collegato alle caratteristiche climatiche sia globali che locali ed il suo monitoraggio fornisce un importante contributo alla comprensione dei cambiamenti climatici in area montana, dei rischi naturali in alta quota e sul ciclo idrologico delle terre alte. 

Arpa Piemonte negli ultimi anni ha posto particolare attenzione anche alla situazione dei ghiacciai, sia per valutare le condizioni generali delle principali aree glacializzate piemontesi, sia per analizzare potenziali situazioni di pericolosità e rischio. Infatti, le trasformazioni morfologiche dei ghiacciai, condizionate in gran parte dai cambiamenti climatici in atto, stanno determinando importanti variazioni di pericolosità: la continua contrazione delle masse glaciali espone rocce e detriti circostanti che senza più copertura sono soggetti a crolli e colate più frequenti. Inoltre, l’intensa fusione estiva rende disponibili maggiori quantità di acqua liquida che possono favorire  fenomeni di collasso di masse di ghiaccio oppure di rotta glaciale nel caso di svuotamento improvviso di laghi glaciali.

L’alta montagna, in particolare l’ambiente glaciale e periglaciale, sta attraversando rapide trasformazioni innescate dai cambiamenti climatici. L’arretramento dei ghiacciai e la degradazione del permafrost stanno mettendo in risaldo la fragilità degli equilibri naturali. La grande sfida per il futuro starà nella capacità di mitigare gli impatti dei cambiamenti in corso e di adattare la presenza umana ad un mutato contesto ambientale.

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