ARPA Piemonte svolge annualmente una campagna glaciologica, come previsto dal Tavolo Tecnico nazionale "Rischio connesso ai fenomeni di dissesto in ambienti glaciali e periglaciali" e d’intesa con il Comitato Glaciologico Italiano, al fine di documentare le trasformazioni dell’alta montagna, accelerate dal cambiamento climatico in atto. Lo scopo del monitoraggio consiste nella valutazione visiva dello stato complessivo dei ghiacciai, della presenza di aree collassate, di dissesti che coinvolgono direttamente i corpi glaciali, di laghi di neoformazione e di eventuali situazioni di evidente pericolo.

Nell’ultimo censimento del 2015, in Piemonte sono presenti 107 ghiacciai su otto massicci montuosi, distribuiti dalle Alpi Marittime all’Ossola. In gran parte si tratta di piccoli corpi glaciali, protetti da pareti rocciose rivolte a Nord, presenti in particolare tra le Alpi Marittime (dove quello di Clapier rappresenta il ghiacciaio più meridionale delle Alpi) e le Cozie. Tra le Alpi Graie e Lepontine si trovano in genere ghiacciai di medie dimensioni, limitati alle parti alte dei massicci montuosi, sopra i 3000 m; sono presenti anche grandi ghiacciai, quali il Belvedere che scende dal versante Est del M. Rosa fino a circa 1800 m di quota con un’ampia lingua glaciale per una lunghezza totale di circa 6 km e i ghiacciai di Osand che occupano estesi ripiani in quota nel massiccio del M. Arbola.


La totalità dei ghiacciai piemontesi sta subendo i cambiamenti climatici in atto, con meno neve in inverno e più caldo in estate. Gli effetti più evidenti sono la perdita della copertura nevosa invernale così il ghiaccio esposto si presenta grigio e solcato da rigole di acqua di fusione. I corpi glaciali si contraggono, diminuendo di spessore e di estensione. In tale contesto risulta fortemente attiva l’instabilità delle pareti rocciose sovrastanti i ghiacciai, in particolare dalle aree liberate dai ghiacci, ma non solo, per cui la copertura detritica dei ghiacciai è in costante aumento.

Note
Ultima modifica 20 Marzo 2025