La metodologia ideale per la realizzazione di un inventario delle emissioni prevederebbe la quantificazione diretta, tramite misurazioni, di tutte le emissioni relative alle diverse tipologie di sorgenti insistenti su territorio di interesse in un determinato anno.
Tuttavia, su grande scala questo approccio non è integralmente applicabile, sia a causa dell’elevata numerosità delle sorgenti, ascrivibili allo stesso comparto emissivo, che insistono su un vasto territorio, sia a causa della natura di alcune di esse, difficilmente localizzabili puntualmente e/o totalmente quantificabili con misurazioni dirette. È possibile ricorrere alla misura diretta solamente per alcune particolari tipologie di sorgenti, tipicamente grandi impianti industriali (centrali termoelettriche, inceneritori, etc.) dotati di sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni.
È quindi necessario avvalersi di una relazione lineare fra l'attività della sorgente e l'emissione, effettuando la stima sulla base di un indicatore, che caratterizza l'attività della sorgente e di un fattore di emissione specifico del tipo di sorgente (Per saperne di più: Metodologia INEMAR). I fattori di emissione e le metodologie utilizzate per la stima delle emissioni fanno riferimento principalmente al manuale EMEP–CORINAIR, conformemente a quanto previsto dal D.Lgs. 155/2010.
Per il popolamento dell’inventario delle emissioni esistono, generalmente, due approcci metodologici volti alla raccolta delle informazioni di base e alla stima delle emissioni:
- Top-down è una metodologia che parte dalla sala spaziale più ampia (scala nazionale) e disaggrega a livello di dettaglio inferiore (scala regionale o provinciale o comunale) mediante l’impiego di indicatori statistici (popolazione, strade, uso del suolo, consumi, etc.);
- Bottom-up è un metodo che, a partire da dati a scala locale (comunale o puntuale o lineare), stima le emissioni direttamente a tale livello di dettaglio con l’ausilio di specifici fattori di emissione.
L’indisponibilità di alcuni dati alla scala locale necessari alla stima bottom-up e l’approssimazione di quella top-down costituiscono notevoli limitazioni per entrambi le metodologie: pertanto, anche negli inventari locali più dettagliati è spesso utilizzata un’opportuna combinazione di entrambi gli approcci.
Le numerose e differenti sorgenti emissive di origine antropica e naturale vengono tipicamente classificate in base a criteri univoci: per la redazione dell’Inventario della Regione Piemonte è stata utilizzata l’ultima versione della nomenclatura definita nell’ambito del progetto europeo EMEP-CORINAIR e denominata SNAP97 (Selected Nomenclature for Air Pollution – anno 1997), nata principalmente per realizzare inventari su scala nazionale, regionale e provinciale. Tale classificazione si basa sulla ripartizione in undici macrosettori delle attività antropiche e naturali che possono dare origine a emissioni in atmosfera ed è schematizzata in Figura 1.
Le versioni successive al 2007 del manuale EMEP-EEA classificano le emissioni secondo la nomenclatura NFR (Nomenclature For Reporting), codifica non ancora utilizzata per classificare le emissioni degli inventari regionali legati al progetto INEMAR e l’inventario nazionale di ISPRA scalato a livello provinciale, per i quali è stata mantenuta la precedente nomenclatura SNAP97. La nomenclatura NFR viene utilizzata invece per l’inventario europeo compilato dal CEIP.
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Note
Ultima modifica 01 Giugno 2024