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La Direttiva Quadro Acque (DQA) individua nel Corpo Idrico (CI) l’oggetto gestionale al quale è riferita la classificazione dello stato di qualità, le misure di tutela e di risanamento, la caratterizzazione quali-quantitativa delle pressioni antropiche che possono generare impatti sulla qualità chimico-fisica delle acque, delle comunità biologiche e dell’assetto idromorfologico.
Un CI è un elemento distinto e significativo, individuato sulla base delle pressioni antropiche, dello stato di qualità, delle caratteristiche naturali e omogenee per quanto riguarda gli aspetti connessi al clima, alla geologia e al rilievo, all’interno delle quali gli ecosistemi di acqua dolce dovrebbero presentare una limitata variabilità per le caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche.
In Piemonte sono stati individuati 598 corpi idrici fluviali e 37 corpi idrici lacustri.
I CI possono essere sottoposti a 3 tipologie di monitoraggio: Sorveglianza, Operativo, Indagine per specifici approfondimenti
La rete nucleo è un sottoinsieme della rete di sorveglianza e comprende: i CI in condizioni molto vicine alla naturalità come i siti di riferimento (S3R) e i CI rappresentativi della presenza di diffusa attività antropica (RN_DAA). Per questi CI è previsto un monitoraggio di sorveglianza con ciclo triennale.
Il monitoraggio di sorveglianza, è realizzato per:
• integrare e convalidare l’analisi delle pressioni e degli impatti;
• la progettazione efficace ed effettiva dei futuri programmi di monitoraggio;
• la valutazione delle variazioni a lungo termine di origine naturale (rete nucleo);
• la valutazione delle variazioni a lungo termine risultanti da una diffusa attività di origine antropica (rete nucleo);
• tenere sotto osservazione l’evoluzione dello stato ecologico dei siti di riferimento;
• classificare i corpi idrici.
Il monitoraggio operativo è realizzato per:
• stabilire lo stato dei corpi idrici identificati “a rischio” di non soddisfare gli obiettivi ambientali;
• valutare qualsiasi variazione dello stato di tali corpi idrici risultante dai programmi di misure;
• classificare i corpi idrici.
Il monitoraggio di indagine è realizzato quando:
• sono sconosciute le ragioni di eventuali superamenti degli SQA ad esempio
• il monitoraggio di sorveglianza indica il probabile rischio di non raggiungere gli obiettivi e il monitoraggio operativo non è ancora stato definito
• per valutare l’ampiezza e gli impatti di un inquinamento accidentale.
Ai sensi della Direttiva Quadro Acque i corpi idrici vengono monitorati secondo specifiche frequenze nell’ambito di un ciclo sessennale di programmazione: il monitoraggio di sorveglianza è effettuato almeno un anno nell’arco dei 6 anni; quello operativo tutti gli anni per gli elementi chimico-fisici e chimici e ogni 3 anni per quelli biologici.
Il programma di monitoraggio indica le stazioni di monitoraggio, il protocollo analitico, le frequenze di campionamento, le comunità biologiche e gli elementi idromorfologici previsti su ogni corpo idrico. Viene definito sulla base dei risultati dell’analisi delle pressioni antropiche sui CI, della classificazione e dei dati di stato relativi al precedente sessennio, dell’analisi di rischio di non raggiungimento degli obiettivi ambientali e quindi della tipologia di monitoraggio (sorveglianza, operativo, indagine).
Su tutti i CI della rete è applicato un protocollo analitico che comprende i parametri chimico fisici generali su tutti i CI, mentre i contaminanti (tabella 1/A e tabella 1/B del Decreto 172/2015) sono determinati su un sottoinsieme di CI individuati in base alla tipologia di monitoraggio, all’Analisi delle Pressioni e alla valutazione dei dati di monitoraggio del sessennio precedente. Per i contaminanti, l’attribuzione dei set analitici, sito-specifici, è effettuata secondo le modalità consolidate negli anni tenendo conto delle indicazioni tecniche riportate in ISPRA, Manuali e Linee Guida 116/2014- Progettazione di reti e programmi di monitoraggio delle acque ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e relativi decreti attuativi e in ISPRA Manuali e Linee Guida 11/2018 – Analisi delle pressioni ai sensi della Direttiva 2000 /60/CE
Gli Elementi di Qualità Biologica (EQB) previsti dalla normativa sono i macroinvertebrati, le diatomee, le macrofite e la fauna ittica per i fiumi e anche il fitoplancton per i laghi.
La selezione degli EQB da monitorare è definita sulla base dei seguenti criteri:
• sensibilità dell’EQB alle singole pressioni significative che incidono sui CI in base alle indicazioni della tabella 3.2 del Decreto 260/2010
• tipologia di monitoraggio (sorveglianza, operativo)
• risultati della classificazione del sessennio precedente.
Nel monitoraggio di sorveglianza sono previsti tutti gli EQB; nel monitoraggio operativo vengono selezionati quelli più sensibili alle pressioni.
Sia nel monitoraggio di Sorveglianza che in quello Operativo sono escluse le componenti biologiche dai CI sui quali i metodi di campionamento biologico biologici risultano inapplicabili e/o i siti inaccessibili.
Gli Elementi Idromorfologici concorrono alla classificazione dello Stato Ecologico nel caso in cui tutte le altre componenti risultino in stato Elevato.
La caratterizzazione degli elementi di qualità idromorfologica è prevista dalla normativa per la conferma della classificazione di Stato Ecologico Elevato e come elemento a supporto dell’interpretazione dei dati biologici sui corpi idrici in sorveglianza e con pressioni idromorfologiche significative in monitoraggio operativo.

La rete di monitoraggio regionale dei corsi d’acqua è composta da 335 CI con 345 stazioni di monitoraggio.
Consultare questa pagina per informazioni sul protocollo di monitoraggio per i fiumi.

La rete di monitoraggio regionale dei laghi è composta da 12 CI, dei quali 9 naturali e 3 invasi artificiali.
Consultare questa pagina per informazioni sul protocollo di monitoraggio per i laghi.