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- Amianto
La presenza di rocce contenenti minerali asbestiferi non rappresenta un’eccezione geologica per la zona alpina ed appenninica piemontese, in quanto la presenza di serpentiniti ed di altre formazioni rocciose, che potenzialmente possono essere interessate da mineralizzazioni d’asbesto, riguarda l’intero territorio regionale; sebbene maggiormente le Valli di Susa, Valli di Lanzo, Val Chisone e la zona dell’Appennino ligure piemontese.
Si tratta di tipologie rocciose molto diffuse ed ampiamente utilizzate, soprattutto in passato, per la produzione di inerti o come pietre ornamentali (marmi verdi).
I tipi di amianto eventualmente presenti sono il crisotilo e gli amianti di anfibolo riconducibili alla serie isomorfa tremolite-actinolite. Il crisotilo è il più diffuso in natura, sul territorio piemontese, ed è sempre associato alle serpentiniti e per questo definito anche “amianto di serpentino”.
Sono presenti, inoltre, diversi minerali asbestiformi non classificati dalla normativa come amianti, e quindi non regolamentati. Limitatamente alla regione Piemonte quelli maggiormente diffusi sono l’antigorite fibrosa, il diopside asbestiforme, la carlosturanite fibrosa, la balangeroite fibrosa, la forsterite
Per quanto le mineralizzazioni di amianto siano peculiarità di particolari unità geologiche, la loro distribuzione non è ubiquitaria ma prevalentemente è associata a faglie o a zone di fratture. Pertanto, sebbene ipotizzabile sulla base della geologia locale, l'effettiva individuazione/esclusione della presenza di amianto richiede sempre l’esecuzione di rilevamenti geologici di dettaglio associata, eventualmente, ad accertamenti analitici su campioni prelevati nel corso dei rilevamenti medesimi.
Occorre altresì evidenziare che è possibile riscontrare la presenza di rocce potenzialmente contenenti amianto (“pietre verdi”) sia nelle catene montuose sia nelle pianure alluvionali originatesi per disgregazione delle montagne stesse, nel corso delle ere geologiche.
Sebbene in situazioni stazionarie la presenza rocce con minerali asbestiformi generalmente non rappresenti un rischio, la loro movimentazione, specialmente in condizioni meteo-climatiche sfavorevoli (periodi secchi e ventosi), costituisce un alto fattore di rischio da tenere sempre in considerazione.
Tenuto conto degli obblighi derivanti dal DM 101/2003 (mappatura dei siti con presenza d’amianto) e quindi al fine di individuare gli affioramenti rocciosi contenenti amianto e di classificarli sulla base della priorità con la quale effettuare i relativi interventi di messa in sicurezza, la Regione Piemonte ha affidato ad ARPA Piemonte il compito di effettuare la loro mappatura. La relativa cartografia è consultabile nel geoportale Arpa.
Con D.G.R. n. 14-1010 del 14/02/20 la Regione Piemonte ha emanato il documento “Mappatura e verifica della presenza naturale di amianto e linee guida per studi geologici in aree con probabilità di occorrenza di amianto naturale” elaborato congiuntamente ad ARPA Piemonte contenente, tra l’altro, indicazioni per la realizzazione di indagini geologiche da attuarsi nelle aree con probabile presenza di amianto in matrice naturale al fine di accertarne, o escluderne, l'effettiva presenza.
Note
Ultima modifica 23 Febbraio 2024