Data di inserimento 02 Gennaio 2024
In inverno i valori di concentrazione sono particolarmente elevati in quanto, oltre alle emissioni usuali alle quali si aggiungono quelle del riscaldamento, si determinano delle condizioni meteorologiche particolarmente sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti. Nel periodo invernale infatti la presenza di una vasta area anticiclonica stabile sul nord Italia favorisce la formazione di condizioni di inversione termica (la temperatura aumenta invece che diminuire con la quota), in particolare nelle ore notturne. In queste condizioni, che spesso persistono per l'intera giornata, lo strato di atmosfera nel quale si possono disperdere gli inquinanti è assai limitato; si ha così la formazione di aree inquinate, specie in prossimità dei centri urbani.
Nelle stagioni di transizione, quali la fine dell'inverno, la primavera e autunno, sono frequenti le condizioni di tempo perturbato determinate da aree di bassa pressione sull'Europa e sul Mediterraneo che determinano in generale condizioni meteorologiche favorevoli alla dispersione degli inquinanti. Nei mesi estivi, grazie all'intensa radiazione solare e alla presenza di un campo anticiclonico consolidato, gli strati superficiali dell'atmosfera risultano interessati da fenomeni di rimescolamento turbolento: gli inquinanti immessi in prossimità del suolo sono diluiti su un volume molto maggiore rispetto a quello del periodo invernale, e ciò fa sì che le loro concentrazioni in aria siano generalmente basse. In estate l’altezza dello strato rimescolato può raggiungere anche i 2-3 chilometri contro le poche centinaia di metri del periodo invernale.
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Ultima modifica 02 Luglio 2024