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Nell'ambito delle attività legate alla costruzione della Strategia Regionale sui Cambiamenti Climatici, Regione Piemonte e Arpa Piemonte hanno elaborato due rapporti di ricerca che illustrano nel dettaglio l'andamento delle principali variabili climatiche sul territorio piemontese: il primo consente di analizzare i cambiamenti climatici dal 1981 al 2010 e il secondo, attraverso l’utilizzo di un ensemble di modelli climatici regionali di ultima generazione, opportunamente trattati per adeguarli al clima del territorio regionale, consente di tracciare una proiezione dell’evoluzione climatica del Piemonte fino a fine secolo.
Nel rapporto climatico regionale sul futuro si sono considerati lo scenario RCP4.5, che rappresenta uno scenario con azioni di mitigazione (legate, per esempio, agli impegni dell’accordo di Parigi), tali da consentire una diminuzione delle emissioni di GHG dopo il 2070 e una stabilizzazione al 2100, e lo scenario RCP8.5, che rappresenta lo scenario a elevate emissioni - quello tendenziale senza politiche di mitigazione efficaci.
TEMPERATURE
A livello regionale sia le temperature massime sia le minime mostrano un trend positivo significativo dal punto di vista statistico al 2100, per entrambi gli scenari emissivi, con un incremento complessivo di circa 2 °C a fine secolo nello scenario di mitigazione e 4 °C per lo scenario tendenziale come si evince dalle Figure 1a e 1b. In questi grafici le linee continue rappresentano il valor medio delle simulazioni modellistiche (ensemble mean), le aree colorate rappresentano la deviazione standard tra le diverse simulazioni (l’incertezza del trend dipendente dai diversi modelli) e le rette le tendenze lineari.
In generale non si rileva una differenza sostanziale nell’aumento delle massime rispetto alle minime, mentre si osserva un incremento più marcato a quote oltre i 700 m.
In figura 2 sono riportate le variazioni della temperatura media stagionale rispetto al periodo 1976 -2005 per le diverse stagioni (Inverno DJF, Primavera MAM, Estate JJA, Autunno SON) in tre diversi periodi e scenari: prima colonna nel periodo 2011-2040, seconda colonna nel periodo 2041-2070, terza colonna nel periodo 2071-2100, prima riga secondo lo scenario RCP 4.5 e seconda riga secondo lo scenario RCP 8.5. Tutte le variazioni sono statisticamente significative al livello di confidenza del 95%.
Come si vede da queste mappe, nello scenario RCP4.5 vi è un incremento accentuato dal 2040 fino a fine secolo, da +1°C a +3°C, nonostante la stabilizzazione del livello di CO2 in atmosfera previsto dallo scenario emissivo, con gli aumenti superiori previsti in estate. Questo incremento anche nell’ultimo trentennio conferma a scala locale quanto avviene a scala globale, a causa della forte inerzia del sistema terrestre a rispondere alla diminuzione delle emissioni di gas ad effetto serra con un’inversione di tendenza rispetto all’aumento di temperatura già registrato e atteso per i prossimi decenni.
Nello scenario RCP8.5, la temperatura media aumenta fino alla fine del secolo con un incremento massimo nell’ultimo trentennio, in particolare in inverno e in estate. Già nel trentennio intermedio, comunque, molte zone della regione vedono un aumento tra i 2°C e i 3 °C in estate e in inverno. Nell’ultimo trentennio le variazioni superano 4 °C su quasi tutti i settori.
Anche in questo scenario, durante l’estate gli aumenti sono maggiori, con variazioni che sfiorano i +5° C su tutte le pianure.
PRECIPITAZIONI
A livello regionale complessivo, le precipitazioni cumulate annuali mostrano tendenze negative per entrambi gli scenari, non significative tuttavia dal punto di vista statistico. La variabilità inter-annuale rimane molto elevata e non si riscontrano, anche qualitativamente, delle periodicità.
Nelle mappe di Figura 3 sono riportate le variazioni percentuali della precipitazione stagionale rispetto al periodo 1976-2005 di diversi periodi e secondo diversi scenari: prima colonna nel trentennio 2011-2040, seconda colonna nel trentennio 2041-2070, terza colonna nel trentennio 2071-2100, prima riga per lo scenario RCP 4.5, seconda riga per lo scenario RCP 8.5. I pixel contrassegnati da croci non sono significativi dal punto di vista statistico (tecnica bootstrap, livello di confidenza 95%).
Analizzando il ciclo annuale, si osserva una modifica del regime pluviometrico, con una diminuzione della precipitazione primaverile che, nel corso del secolo, tende a non essere più la stagione a maggiore piovosità. Il mese di luglio, risulta il secondo mese più asciutto dopo il minimo invernale di dicembre. Il mese di gennaio, e quello di febbraio nel solo scenario RCP4.5, sono i mesi in cui si ha un lieve incremento di precipitazione. Nello scenario RCP8.5 la diminuzione della precipitazione primaverile è più graduale rispetto a quella dello scenario RCP4.5.
Come si nota dalla Figura 3, nello scenario RCP4.5 si evince un aumento della precipitazione del periodo invernale, tra il 10 e il 15%, che nel periodo intermedio arriva fino al 20% sulle zone montane. L’estate vede una diminuzione, in particolare sulle pianure meridionali e sul Verbano. Nel primo trentennio risulta una lieve variazione positiva sul Cuneese.
Nello scenario RCP8.5 si nota un aumento della precipitazione invernale consistente soltanto nell’ultimo trentennio, ma non in pianura. In estate è attesa una diminuzione graduale, già a breve termine sulla zona del Cuneese e successivamente su tutta la regione, con un deficit che arriva fino al 30% a fine secolo. Anche in primavera si vede una diminuzione della precipitazione a partire da circa metà secolo.
PERIODI DI SICCITÀ
Un aspetto importante delle piogge è la loro distribuzione nel tempo. Negli scenari futuri il numero di giorni piovosi tende a diminuire, in modo uniforme nello scenario con mitigazione e limitato mediamente a -(5-8) giorni all’anno; in modo più evidente a fine secolo nello scenario tendenziale, dove arriva fino a -15 giorni all’anno su gran parte della regione. Se consideriamo una quantità di pioggia giornaliera più elevata (ad esempio 30 mm) si evince invece un aumento del numero di giorni piovosi, intorno al 10-20% nello scenario RCP4.5 e del 10-15% nello scenario RCP8.5.
Questo fornisce un’indicazione di incremento delle precipitazioni più intense e, nello stesso tempo, ci dice che i meccanismi di formazione degli eventi estremi non dipendono linearmente dagli scenari emissivi, ma giocano un ruolo importante i meccanismi di retroazione, che rendono difficile la loro previsione, anche climatica.
Per quanto riguarda i periodi di siccità, osservando la variazione del numero massimo annuale di giorni consecutivi senza precipitazione, nello scenario RCP4.5, si evince una generale tendenza all’aumento della durata dei periodi secchi anche se permane una discreta variabilità fino a fine secolo, che alterna periodi più piovosi a periodi secchi pluriannuali. L’incremento si ha soprattutto dopo la metà del secolo (Figura 4).
Nello scenario RCP8.5 questa tendenza è ancora più evidente a partire dalla seconda metà del secolo con valori che, a partire dal 2070 diventano più elevati, così come la frequenza degli anni siccitosi e l’interessamento delle quote più alte. Dal 2080 la possibilità di avere anni mediamente più piovosi tenderà a ridursi significativamente (Figura 5).
I seguenti grafici (Figura 4 e 5) rappresentano la variazione del numero massimo di giorni consecutivi senza precipitazione, per ogni anno (ordinate) e per ogni punto di griglia ordinati secondo la quota, dalle più basse alle più elevate (ascisse). La variazione è calcolata rispetto al valore medio del periodo 1976-2005, per i due rispettivi scenari RCP 4.5 ed RCP 8.5.
NUMERO DI NOTTI E DI GIORNI TROPICALI
l numero di notti tropicali (notti con temperatura minima maggiore di 20°C) mostra un deciso aumento in entrambi gli scenari, con valori che superano i 30 giorni a fine secolo per lo scenario RCP4.5 e i 60 giorni per lo scenario RCP8.5. Naturalmente questa variazione è superiore per le zone di pianura anche se alcune zone di fondovalle iniziano ad essere interessate a partire dalla metà del secolo.
Anche il numero di giorni tropicali (giorni con temperatura massima maggiore di 30°C) mostra un deciso aumento, con valori che arrivano fino a 30 giorni a fine secolo nello scenario RCP4.5 e superano i 60 giorni per lo scenario RCP8.5. Poiché si ipotizza che questo incremento sia legato principalmente alla stagione estiva, si può affermare che più della metà del periodo estivo a metà secolo sarà caratterizzato da giorni tropicali e quasi l’intera estate a fine secolo, in particolare nello scenario tendenziale. Anche in questo caso la variazione è superiore per le zone di pianura anche se alcune zone di fondovalle iniziano ad essere interessate a partire dalla metà del secolo.
GIORNI DI GELO
Il numero di giorni di gelo tende a diminuire in entrambi gli scenari, in modo abbastanza graduale per lo scenario RCP4.5. Per lo scenario RCP8.5 la variazione è via via più evidente e raggiunge, a fine secolo, valori tra i -20 e i -40 sulle pianure, fino a -60gg. alle quote maggiori.
INCENDI BOSCHIVI
Sinteticamente, negli scenari climatici futuri, soprattutto durante la stagione vegetativa (periodo aprile-ottobre) le proiezioni mostrano un aumento marcato non soltanto nel numero di giorni con condizioni predisponenti l’innesco, ma anche incendi ad alta velocità di propagazione, persistenti e caratterizzati da difficoltà di spegnimento
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Note
Ultima modifica 04 Marzo 2024