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L'appuntamento annuale delle Conferenze di raccordo territoriale, finalizzate all’ascolto del territorio e a rendere, di conseguenza, l’azione di Arpa sempre più in linea con le esigenze delle popolazioni locali, si svolge quest'anno con una formula inedita, totalmente on line, nel rispetto delle restrizioni per il distanziamento fisico imposte dalla pandemia.
Ad introdurci in questa edizione delle Conferenze di raccordo territoriale è Angelo Robotto, Direttore generale di Arpa Piemonte
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L'ASCOLTO DEL TERRITORIO
A giugno 2019, l’Agenzia ha organizzato le prime Conferenze di raccordo territoriale per ogni Dipartimento Arpa per raccogliere valutazioni sull'attività trascorsa, proposte per il ciclo di programmazione a venire, segnalazioni di criticità e problemi ambientali emergenti ed esigenze di formazione e informazione ambientale.
LA RILEVAZIONE DELLE ESIGENZE
Nel corso delle Conferenze e attraverso i preziosi contributi forniti anche con la compilazione di un questionario realizzato per la raccolta delle vostre osservazioni, abbiamo rilevato un bisogno di informazione ambientale focalizzata alle criticità generali e specifiche e indirizzata a diversi fruitori.
LA RISPOSTA DELL'AGENZIA
Per rispondere a questa richiesta, nell'ambito degli obiettivi istituzionali di Arpa Piemonte approvati il 19 dicembre dal Comitato Regionale di Indirizzo, è stata indicata per il 2020 un'attività di "Riesame del sito istituzionale per incrementarne il grado di accessibilità e fruibilità, con particolare attenzione alla profilazione degli utenti esterni affinché sia consentito l’accesso ad informazioni diversificate a seconda delle esigenze e all'ottimizzazione del collegamento tra il sito e le basi dati presenti in Arpa" come primo riscontro alle esigenze emerse.
Ascoltiamo, nelle parole di Paola Quaglino, Direttore tecnico di Arpa Piemonte, come si è concretizzata la risposta dell'Agenzia:
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ARPA E IL TERRITORIO: VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEI 4 DIPARTIMENTI
Affinché i rappresentanti degli enti locali possano formulare il proprio giudizio sull'operato di Arpa ed esprime le proprie esigenze, entriamo nel pieno della territorialità di queste Conferenze con i dati e le informazioni relative all'attività dei 4 Dipartimenti territoriali dell'Agenzia.
DIPARTIMENTO DI TORINO
Ad introdurci in questa sezione delle Conferenze di raccordo territoriale del Dipartimento Arpa di Torino (Dipartimento territoriale Piemonte Nord Ovest), è Antonella Pannocchia, Responsabile del Dipartimento:
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Di seguito riportiamo alcune peculiarità del territorio e dell'attività del Dipartimento. In particolare vengono individuate le pressioni territoriali e le conseguenti attività di controllo, di monitoraggio, di analisi:
Per conoscere meglio il territorio della provincia di Torino e l'attività dell'Agenzia, di seguito pubblichiamo un report di sintesi delle attività del Dipartimento nel 2019 suddivise per argomento:
CONTROLLO AMBIENTALE
1) Attività specialistiche:
- impianti produttivi autorizzati con Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA);
- discariche;
- bonifiche;
- rumore e agenti fisici;
- attività laboratorio Olfattometrico;
- attività Microinquinanti.
Queste ultime due attività vengono svolte a livello regionale.
2) Attività di controllo svolta dalle sedi operative in particolare su:
- acqua;
- rifiuti e amianto;
- emissioni in atmosfera.
ATTIVITÀ A SUPPORTO DEGLI ENTI:
- rilascio pareri;
- attività di monitoraggio;
- attività di laboratorio.
DIPARTIMENTO DI BIELLA, NOVARA, VERBANO CUSIO OSSOLA E VERCELLI
A dare il benvenuto per le Conferenze di raccordo territoriale del Dipartimento Arpa di Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola e Verceli (Dipartimento territoriale Piemonte Nord Est), è Giovanna Mulatero, Responsabile del Dipartimento:
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Iniziamo questo viaggio alla scoperta del territorio del Nord Est con un report di sintesi delle attività del Dipartimento nel 2019 suddivise per argomento:
- ACQUA
- AGENTI FISICI
- RIFIUTI E AMIANTO
- SUOLO E BONIFICHE
- EMISSIONI
- QUALITA' DELL'ARIA
- IMPIANTI ED ENERGIA
- VALUTAZIONI AMBIENTALI
- RETI DI MONITORAGGIO
- AMBIENTE E SALUTE
- INFORMAZIONE ED EDUCAZIONE AMBIENTALE
Di seguito riportiamo alcune peculiarità del territorio e dell'attività dell'Agenzia:
Concludiamo questa sezione con due relazioni legate al periodo emergenziale:
DIPARTIMENTO DI ALESSANDRIA E ASTI
Ascoltiamo dalla voce del Responsabile del Dipartimento Arpa di Alessandria e Asti (Dipartimento territoriale Piemonte Sud Est), Alberto Maffiotti, una panoramica delle criticità e degli aspetti positivi della realtà del territorio delle province di Alessandria e Asti, oltre a una sintesi relativa alle attività svolte nel 2019:
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Fra gli aspetti salienti del territorio delle province di Alessandria e Asti, il primo tema preso in considerazione è il clima:
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Si prosegue con lo stato chimico dei corsi d’acqua e l’inquinamento delle falde, tema di stretta attualità:
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Scopriamo cosa emerge, per quanto concerne la qualità dell’aria, dai dati rilevati:
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L'analisi del territorio si sposta sul suolo, inteso sia come inquinamento prodotto dalle discariche, sia come consumo di suolo annuale netto procapite ma anche come livelli di fondo naturale e siti contaminati:
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Il Dipartimento Piemonte Sud Est svolge inoltre un’attività di coordinamento fondamentale con le Provincie.
Vediamo qualche esempio:
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Qualche considerazione finale sulla concreta sinergia fra Ente locale e amministrazione regionale per rendere l’attività di Arpa ancora più aderente alle esigenze del territorio grazie al coinvolgimento delle istituzioni vicine ai cittadini:
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Chiudiamo questa sezione delle Conferenze di raccordo territoriale con un report di sintesi delle attività del Dipartimento Arpa di Alessandria e Asti (Dipartimento territoriale Piemonte Sud Est):
REPORT DI PRESENTAZIONE ATTIVITA' 2019
DIPARTIMENTO DI CUNEO
Apriamo questa sezione cuneese delle Conferenze di raccordo territoriale con le parole di Renzo Barberis, Responsabile del Dipartimento di Cuneo, che racconta lo stato dell'ambiente cuneese, qual è stata l'attività nel 2019 e quali sono le priorità di intervento individuate per il 2020.
CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO
Il cuneese è caratterizzato da un territorio vasto ed eterogeneo, con ampie zone montuose ricche di risorse idriche che alimentano una parte consistente del patrimonio idrico della regione. Queste aree contengono molti parchi ed aree protette, ma devono ovviamente sopportare i flussi turistici e sono sottoposte agli stress ambientali conseguenti ai cambiamenti climatici. La loro gestione richiede attenzione ed equilibrio, con interventi tesi alla salvaguardia delle risorse naturali presenti. Non sono presenti centri urbani di grandi dimensioni, ma un certo numero di città medio piccole che non presentano le problematiche tipiche delle metropoli e che evidenziano generalmente una buona gestione ambientale, partecipata e spesso sollecitata dai cittadini.
Il tessuto produttivo, ampio e variegato, ha alcune peculiarità; è ben distribuito sul territorio senza la presenza di aree industriali di grandissime dimensioni, gode normalmente di una buona interazione con la realtà territoriale circostante e, conseguentemente, permette una gestione ambientale maggiormente sostenibile e controllabile. Questo porta, anche grazie all’attività di controllo dell’Arpa, a non avere delle grandi criticità ambientali così come ad avere un numero molto limitato di siti in bonifica.
Un ruolo importante è giocato anche dalle attività agricole, presenti su tutto il territorio provinciale; la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) del cuneese rappresenta il 30% di quella totale regionale. Nelle aree di pianura il numero elevato di grandi allevamenti suinicoli (70% del patrimonio regionale), di bovini (53% del patrimonio regionale) e, in misura minore, di avicoli, porta un carico ambientale considerevole sia sulle falde idriche che sulla componente atmosferica, a causa dell’elevata presenza di composti azotati nei reflui. I problemi dei nitrati nelle acque e dell’ammoniaca e degli ossidi di azoto nell’aria richiedono una particolare attenzione da parte degli organi di controllo.
Un’altra peculiarità è il sistema provinciale di gestione dei rifiuti urbani che, anche grazie ad una positiva collaborazione tra pubblico e privato, permette di chiudere all’interno del territorio provinciale il ciclo di questi rifiuti, nel rispetto delle indicazioni dell’economia circolare.
È in questo territorio che opera il Dipartimento Territoriale Piemonte Sud Ovest, svolgendo direttamente le maggior parte delle attività di monitoraggio, controllo e prevenzione tipiche dell’Agenzia ed appoggiandosi ai dipartimenti tematici per quelle attività più specialistiche gestite a livello regionale.
PRESENTAZIONE DEL DIPARTIMENTO
In linea generale il 2019 è stato un anno abbastanza ordinario, come dimostrano i dati della relazione sullo stato dell’ambiente di recente pubblicazione, alla quale si rimanda per l’andamento dei singoli indicatori. Questi ultimi evidenziano alcuni parametri in miglioramento rispetto al passato, altri per i quali sembra essere ancora lontani dall’accettabilità. Nel valutare questi dati, sia a livello regionale che provinciale, soprattutto in merito alle aspettative future, occorre però fare alcune considerazioni.
L’evoluzione delle conoscenze scientifiche e, in particolare, del rapporto tra ambiente e salute, porta progressivamente a definire limiti più restrittivi per le sostanze “storiche” e nuovi limiti per inquinanti di recente identificazione. Il nostro giudizio sulla situazione ambientale è per forza di cose correlato a questa evoluzione normativa e ci fa spesso dimenticare i grandi passi avanti che sono stati fatti in questi decenni nella difesa delle matrici ambientali. Se l’accettabilità sembra allontanarsi, è anche perché spostiamo continuamente il traguardo verso obiettivi più ambiziosi.
Tra i temi spesso citati quello che preoccupa maggiormente è l’aumento delle temperature, correlato al cambiamento climatico. Se sulle singole matrici non ci aspettiamo nei prossimi mesi dei cambiamenti particolarmente evidenti rispetto al passato, gli eventi correlati al cambiamento climatico potrebbero mostrarci con ancora maggiore evidenza i rischi che stiamo correndo, in termini di gestione del territorio, con frane, esondazioni, tempeste sempre più violente, così come in perdita di biodiversità o rischi di squilibri idrici che potrebbero mettere in crisi la nostra agricoltura. Ne deriverebbero ovviamente anche peggioramenti delle matrici ambientali, per acqua e suolo in particolare. È questa la vera urgenza su cui lavorare, correggendo i nostri comportamenti nel senso della sostenibilità e intervenendo con decisione sui fattori che sono causa dei cambiamenti climatici.
Se la società sarà brava ad accelerare questi processi, peraltro già intrapresi, ne deriveranno anche dei miglioramenti ambientali.
Diverso è ovviamente il discorso sul primo semestre del 2020, caratterizzato dall’emergenza COVID e dal conseguente lockdown. Benché l’Arpa nel periodo emergenziale non abbia chiuso ma abbia continuato le proprie attività rientranti tra quelle essenziali, parte in regime di presenza, parte in regime di lavoro agile, è indubbio che anche la programmazione dipartimentale del 2020 abbia necessitato di una revisione, come viene evidenziato anche dalle slide finali della presentazione.
A tal proposito, una delle domande che ci viene spesso posta è se alcuni cambiamenti sui parametri ambientali, riscontrati nel periodo di lockdown, siano destinati a permanere o meno nel tempo.
Modificare in modo evidente i parametri ambientali richiede tempo e interventi di grande impatto. In proposito, è bene ricordate che l’emergenza appena vissuta ha concentrato in poco tempo (un paio di mesi) una serie di interventi non ripetibili in condizioni normali se non con cambiamenti progressivi e quindi richiedenti tempi lunghi. Ciò ha portato ad evidenziare dei cambiamenti che, alla prova delle verifiche analitiche, si sono dimostrati in parte reali (la diminuzione degli ossidi di azoto o del benzene o del rumore), in parte solo apparenti (le polveri sottili o l’acqua più limpida, ma in realtà poco meno contaminata). Il passaggio alla fase due con la progressiva riapertura sta riportando i valori sul periodo pre COVID, fatte salve le differenze stagionali. Ciò non toglie che questi cambiamenti temporanei abbiano fornito delle indicazioni interessanti, che dovrebbero essere utilizzate dai decisori politici per velocizzare alcuni cambiamenti già in atto, ad esempio, nella politica dei trasporti o in altri settori. La natura ha dimostrato di saper rispondere in tempi brevi ai cambiamenti dei fattori di pressione, evidenziando dei netti miglioramenti su diversi aspetti; questo dovrebbe essere uno stimolo per agire su quei fattori cercando di modificarli in modo permanente, con la certezza di avere una risposta positiva dalla natura stessa.
LOCKDOWN E PROGRAMMAZIONE 2020
Venendo più in dettaglio alle attività dipartimentali riassunte nella presentazione, si vogliono qui richiamare alcuni temi che hanno caratterizzato maggiormente sia i controlli che le attività di prevenzione del nostro dipartimento, sempre supportati da una importante attività analitica da parte del laboratorio di quadrante.
Le attività agricole, così importanti nel tessuto produttivo principale, richiedono una rilevante attenzione anche da parte dell’Arpa, sia perché costituiscono il numero nettamente prevalente di aziende sottoposte ad AIA, sia perché la corretta gestione dei reflui zootecnici anche delle aziende non AIA ha una importanza fondamentale per la salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee (direttiva nitrati) e per la limitazione dell’immissione in atmosfera di composti azotati, attori di primo piano nella formazione del particolato secondario.
Ovviamente le attenzioni sulle risorse idriche passano anche dai controlli degli scarichi industriali, compresi gli inquinanti di nuova generazione (PFAS) che per il momento, fortunatamente, non sembrano preoccupare il nostro territorio. Un problema emergente collegato al tema degli scarichi industriali è certamente quello dei cattivi odori, spesso correlati ad una gestione non corretta degli impianti di depurazione. Su questo tema l’attività del Dipartimento, in stretta correlazione con le Autorità provinciali e comunali, è sempre molto presente, considerando anche che la recente normativa regionale ha fornito dei nuovi strumenti di gestione partecipata su questa materia, con i tavoli di coordinamento gestiti a livello comunale. Ne abbiamo avuto un esempio rilevante nel 2019 nell’albese e se ne prospetta un altro nel saluzzese.
In tema di emissioni industriali si vuole sottolineare come i sistemi di monitoraggio in continuo (SMCE) siano diventati uno strumento importante per garantire il rispetto dei limiti di legge.
Nella presentazione sono riportate numerose slide sulla qualità dell’aria, perché il tema è sempre in primo piano sia per i cittadini che per gli amministratori. Benchè la pianura cuneese, in particolare quella confinante con Torino, sia certamente interessata dalla cappa di PM10 e ossidi di azoto che interessa tutta la pianura padana, la qualità dell’aria in provincia di Cuneo anche nel 2019 continua quella tendenza di miglioramento già riscontrata nel 2018 per quasi tutti i parametri, eccezion fatta per l’ozono e, in alcune aree, per il benzo-a-pirene, inquinante tipicamente derivante dalla combustione del legno in caldaie dal funzionamento non ottimale.
Per migliorare ulteriormente il sistema di monitoraggio nell’area di pianura ai confini con il torinese, la Regione ha deciso di installare una ulteriore stazione fissa nel Comune di Cavallermaggiore, con operatività a partire dal 2021.
Sul tema della qualità dell’aria sono inoltre importanti le campagne di misura condotte con il mezzo mobile e con altri sistemi portatili, che permettono di valutare nel dettaglio situazioni relative ad aree più marginali rispetto a quelle coperte dalle centraline fisse.
Questi aspetti, assieme alla gran mole di dati proveniente dalle attività di monitoraggio, sono sempre tenuti nella massima considerazione nel complesso sistema di valutazioni (VIA, VAS, pareri su AIA, AUA, autorizzazioni su rifiuti,…) che impegna in modo considerevole il nostro dipartimento a supporto di tutti gli Enti Locali.
Il tema dei rifiuti è stato al centro dell’attenzione nel 2019 sia in tema di controlli dei sistemi di gestione dei rifiuti urbani e speciali, sia soprattutto in merito alle attività di prevenzione del rischio incendi, un problema sempre rilevante in ambito nazionale e regionale. Anche per i fanghi di depurazione, considerata la fase emergenziale dovuta al cambiamento di normativa, il 2019 è stato un anno importante, con controlli mirati soprattutto sull’utilizzo agricolo diretto ed indiretto.
Sul tema dell’amianto è continuato sia il lavoro di censimento, sia quello di verifica puntuale sulle coperture, in stretta collaborazione con le ASL e con i Comuni, avvalendosi anche del supporto analitico del Centro Regionale Amianto Ambientale.
Infine merita un accenno la grande attività analitica svolta dal laboratorio dipartimentale, con circa 7.500 campioni processati sia con finalità ambientali che sanitarie.
RINGRAZIAMENTI
Come Dipartimento vogliamo esprimere un ringraziamento particolare verso i colleghi della Provincia di Cuneo, delle due ASL CN1 e CN2 e dell’ASO Santa Croce per la leale a fattiva collaborazione dimostrata in tutte le occasioni.
Analogo ringraziamento va alla prefettura, alle Forze dell’Ordine, alle Autorità Comunali e a tutti i soggetti pubblici e privati con cui abbiamo avuto proficuamente modo di collaborare.
Note
Ultima modifica 15 Gennaio 2024