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La disciplina e l’utilizzo di Combustibili Solidi Secondari (CSS), materiale proveniente dal trattamento di rifiuti, può ingenerare preoccupazioni di tutela ambientale e sanitaria nelle popolazioni delle aree circostanti ai luoghi dove questo è utilizzato.
Questo materiale infatti viene usato come combustibile alternativo e gli impianti sono giudicati dalla popolazione come equivalenti a degli inceneritori.
Arpa Piemonte, Dipartimento Sud-Ovest, a seguito dell’emanazione del DM 14/02/2013, n. 22, inerente la disciplina e l’utilizzo di Combustibili Solidi Secondari (CSS), ha supportato l’Autorità Competente - Provincia di Cuneo - nella definizione di un protocollo inteso a definire le procedure tecniche atte a garantire un orientamento univoco per i gestori di CSS operanti sul territorio provinciale ai fini della valutazione della conformità del materiale prodotto. Ci si è concentrati soprattutto sulle contaminazioni del CSS da parte dei cosiddetti “metalli pesanti” o “metalli volatili”.
L’iter è partito nel 2014 con lo scopo di stabilire le procedure tecniche relative al campionamento, all’analisi, alla valutazione di conformità ed alla formazione dei lotti omogenei, per il cosiddetto CSS (Foto 1) avviato in co-combustione.
La procedura, che intendeva colmare le criticità emerse dall’applicazione del decreto ministeriale 22/2013, è stata approvata nel settembre 2014 in accordo con il cementificio di Robilante ed i produttori del CSS nella Granda. Prevedeva due anni di analisi, determinazioni di vari parametri (metalli, microinquinanti, etc), ponderazioni circa le modalità di preparazione del materiale e i controlli da eseguire, per verificarne la conformità ai criteri gestionali, alle specifiche tecniche previste dalle autorizzazioni integrate ambientali (AIA) ed alle esigenze di tutela della salute pubblica e dell’ambiente.
Tale iter si è reso necessario a seguito delle criticità sollevate da Arpa inerenti la verifica di conformità definita nella nuova norma sopra citata, criticità che la Provincia di Cuneo ha provveduto ad evidenziare al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare a fine 2013.
Sono state dunque approvate specifiche procedure atte a dettagliare modalità:
- di formazione di lotti rappresentativi
- di campionamento dei singoli lotti
- di analisi chimica e di valutazione di conformità ai limiti dei metalli pesanti
da applicare sul CSS prodotto dai gestori di impianti di trattamento rifiuti locali e destinato a co-incenerimento nel cementificio insistente sul territorio cuneese.
Nell’ambito delineato di una sperimentazione durata 24 mesi, nel corso del 2016 Arpa Piemonte ha provveduto ad organizzare un interconfronto analitico, cui hanno partecipato due laboratori di parte pubblica di Arpa e tre di parte privata, finalizzato al confronto e allineamento delle procedure analitiche applicate per l’analisi del CSS, nonché alla valutazione della funzionalità dell’approccio statistico utilizzato per la verifica di conformità del materiale.
I risultati ottenuti al termine del periodo di sperimentazione adottato, con gli opportuni aggiustamenti finalizzati all’applicazione uniforme dei metodi normati sia in termini di campionamento che di analisi, hanno sortito la strutturazione definitiva del protocollo e quindi la sua applicabilità ai fini della verifica di conformità.
La sperimentazione ha permesso di trarre le seguenti conclusioni:
• l’incertezza di misura stimata dall’interconfronto «CSS-Piemonte» è in linea a quella riportata nell’ambito della normativa tecnica di riferimento sul materiale di riferimento certificato (BCR 176 R). L’analisi del CSS dimostra invece una incertezza estesa generalmente più elevata di quella determinata sul materiale di riferimento, a testimonianza del contributo della disomogeneità dello stesso CSS quale componente d’incertezza, contributo che può essere preponderante nel caso di metalli quali il rame (vedi Grafico 1).
i laboratori operanti secondo prassi laboratoristiche allineate alla normativa e testate attraverso tecniche strumentali di misura di chiara robustezza restituiscono risultati con buona riproducibilità su tutti i metalli indagati sul CSS, nonostante la grande eterogeneità dimostrata dal materiale;
• l’approccio statistico approvato nel protocollo sperimentale si rivela necessario a «rappresentare» il materiale ed affidabile nella verifica di conformità ai limiti assegnati.
Il confronto interlaboratorio avviato nel 2016 potrà essere ulteriormente sviluppato, con auspicabile estensione ad altri laboratori pubblici/privati extra-regionali, con obiettivo il “particle size” (ex ISO/CD 21640) ovvero l’ottimizzazione della fase di triturazione/omogeneizzazione del campione di laboratorio
L'anno 2017 ha costituito il primo anno di effettiva applicazione fiscale del protocollo validato, reso vincolante da specifica prescrizione autorizzativa dell'AIA in capo a ciascuna installazione interessata e con recepimento del profilo di controllo Arpa. E’ stata infine esplicitata in modo inequivocabile la gestione delle non conformità rilevate dal gestore nel corso dei monitoraggi periodici e nel corso dei controlli di parte pubblica.
Le risultanze dei primi controlli analitici di parte pubblica condotti nel secondo semestre 2017, con analisi specialistiche condotte dal Laboratorio di Arpa Piemonte Nord-Est, hanno evidenziato alcune NON conformità che sono state gestite con la procedura di estinzione del reato ex Legge 68/15 e procedure atte alla miglior selezione dei costituenti d’origine del CSS
I risultati finali sono stati illustrati dagli esperti del Dipartimento Arpa Dipartimento Sud-Ovest in Provincia di Cuneo lunedì 3 dicembre 2018, alla presenza dei rappresentanti di tutte le ditte produttrici del CSS provinciali, del cementificio locale e del Comitato termotecnico italiano (CTI). Gli esiti dell’incontro sono stati molto interessanti sotto il profilo ambientale, anche grazie al confronto tra i valori ottenuti con le migliaia di analisi effettuate dai laboratori chimici sia privati che pubblici. Si tratta di dati significativi anche a livello nazionale, tant’è che gli esiti della sperimentazione cuneese saranno trasmessi alla Regione Piemonte e al Ministero dell’Ambiente, che ne seguono gli sviluppi.
Sono emersi risultati importanti. Innanzitutto si è scoperto che, data l’estrema eterogeneità del CSS, devono ancora essere approfonditi gli aspetti di controllo analitico dello stesso ed in particolare le modalità di preparazione dei campioni da sottoporre ad analisi. Considerato il modo con cui si produce il CSS (che si ricorda è ottenuto miscelando la frazione secca leggera ottenuta dalla separazione dei rifiuti solidi urbani essiccati con altri rifiuti di elevato potere calorifico come le plastiche) occorre porre particolare attenzione al tipo di plastiche utilizzate che devono essere le più “pulite” possibili, per evitare contaminazioni da metalli (cadmio, nichel, cromo..). Lo studio ha adottato un metodo statistico più robusto per l’applicazione dei limiti di accettabilità degli inquinanti nel CSS, valido a garantire un corretto controllo qualitativo dello stesso, che può essere considerato sostitutivo e più cautelativo di quanto dispone il decreto ministeriale del 2013. Di conseguenza, sono stati ridefiniti i piani di monitoraggio e controllo sia dei produttori del CSS che dell’utilizzatore, tenendo conto di alcune semplificazioni proposte dagli stessi.
La Provincia di Cuneo, dal canto suo, ha ribadito l’importanza della collaborazione fra i vari soggetti allo scopo di raggiungere gli obiettivi di autosufficienza provinciale e di gestione integrata dei rifiuti, ponendo particolare attenzione al mantenimento di un alto livello di tutela ambientale. Fra l’altro, è stata ribadita la necessità di una raccolta differenziata il più possibile attenta e responsabile, per garantire la miglior qualità ambientale dei rifiuti sottoposti a trattamento nelle piattaforme consortili che producono poi il combustibile solido secondario (CSS).
Note
Ultima modifica 23 Gennaio 2024