La conservazione della testuggine palustre europea

1 febbraio 2017

L’area compresa tra i comuni di Crescentino, Livorno Ferraris e Fontanetto Po, in provincia di Vercelli è da tempo nota agli studiosi e agli enti deputati alla conservazione della fauna per la presenza di una consistente popolazione di testuggine palustre europea (Emys orbicularis L., 1758), l’unico chelone endemico del nord Italia.


Questa specie, un tempo abbondante in molte aree umide, ha subito un forte declino a causa di molteplici fattori, come la distruzione degli habitat elettivi, l’inquinamento delle acque, l’introduzione di specie alloctone e il prelievo indiscriminato da parte dell’uomo. Attualmente è considerata specie minacciata da numerose normative internazionali, nazionali e regionali e sono stati avviati negli ultimi anni su tutto il territorio italiano specifici progetti di conservazione, come il progetto Life EMYS conclusosi nel 2016 che ha visto la partecipazione di ARPA Liguria.

La popolazione dell’area in questione è considerata quella numericamente più abbondante in tutta l’Italia nord-occidentale e assume, quindi, un notevole ruolo dal punto di vista della conservazione. Negli ultimi anni è stata oggetto di monitoraggio a seguito della costruzione della Centrale Termoelettrica a ciclo combinato di Livorno Ferraris (oggi gestita dalla società energetica EP Produzione S.p.A.), per l’ottemperanza dei provvedimenti prescritti dai Decreti autorizzativi del Ministero delle Attività Produttive. Tali monitoraggi sono stati concordati e controllati dall’Arpa Piemonte e dall'Ente di gestione delle Aree Protette del Po vercellese-alessandrino, gestore del vicino S.I.C. “Paludi di San Genuario”. 

I risultati hanno messo in evidenza l’assenza di profili di impatto attribuibili alla costruzione della Centrale, evidenziando al contempo l’estrema vulnerabilità di tali nuclei ai fattori di rischio derivanti dalle vicine coltivazioni agricole. Grazie ad una prescrizione di compensazione ecologica prevista nell’ambito degli stessi Decreti è stata inoltre realizzata una delle più estese rinaturalizzazioni effettuate in Piemonte: la conversione in area umida di un’estesa area di risaie, a sostegno della testuggine palustre europea e di altre specie minacciate.

Nell’area di studio è nota la presenza di una testuggine alloctona di origine nord-americana, Trachemys scripta, ampiamente commercializzata come animale domestico e spesso rilasciata in modo illegale anche in zone umide naturali quando raggiunge grandi dimensioni. Questa specie si è progressivamente acclimatata e ormai è in grado di riprodursi rapidamente e colonizzare nuove aree come è successo con la nuova area umida dove è diventata preponderante entrando in competizione con la testuggine palustre europea per le risorse alimentari, per i siti di deposizione e per quelli di termoregolazione. Inoltre, può essere vettore di patologie, come la salmonellosi e lo SCUD, un’infezione che causa perforazioni del carapace e del piastrone che possono avere gravi conseguenze per la specie autoctona.

In considerazione dello stato di vulnerabilità di queste popolazioni residue, l’Ente di gestione delle Aree Protette del Po vercellese-alessandrino e l’Arpa Piemonte, di concerto hanno sollecitato la società EP a proseguire congiuntamente un’attività di ulteriore approfondimento sullo status di E. orbicularis, mirata principalmente a valutare la connettività ambientale tra i vari siti di presenza al fine di potenziare la rete ecologica dell’area in questione. Il progetto, che EP ha deciso di finanziare, avrà termine a dicembre 2017 e prevede, dopo una prima valutazione dei siti più importanti, un monitoraggio sul campo nel biennio 2016-2017 delle aree ritenute più interessanti, con cattura-marcatura-ricattura (CMR) delle testuggini presenti, così da poter ottenere informazioni anche sulla struttura delle singole sottopopolazioni. Sulla base dei dati preliminari del 2016, la presenza di Emys orbicularis, sembra essere ancora diffusa sul territorio indagato, con alcune popolazioni che probabilmente sono tuttora in grado di automantenersi.

Una volta terminati i monitoraggi, i dati raccolti saranno sottoposti a elaborazione mediante modelli statistici e cartografici per ottenere una mappa di idoneità del territorio per la specie e una mappa di connettività, che potrà evidenziare i potenziali corridoi di connessione tra i siti e le eventuali criticità per gli spostamenti degli animali.

La partecipazione all’attività di progetto di Arpa Piemonte è prevista per il rilievo cartografico degli elementi della rete ecologica, la valutazione delle possibilità di intervento per la tutela di alcuni habitat di interesse, la comunicazione che accompagnerà il progetto al fine di illustrare alla popolazione locale i risultati e sensibilizzare sulle sue finalità. Verranno a tal fine organizzati alcuni incontri divulgativi e informativi con la popolazione interessata e gli agricoltori dell’area, realizzati interventi di educazione ambientale con le scuole, creati programmi di visita in collaborazione con i comuni e le associazioni di promozione turistica.

 

 

 

 

 

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