Fermiamo la violenza, fisica e verbale

25 novembre 2020

La violenza contro donne e ragazze è una delle violazioni dei diritti umani più diffuse e persistenti. Rimane in gran parte non denunciata a causa dell'impunità, del silenzio, dello stigma e della vergogna che la circondano.

In termini generali, si manifesta in forme fisiche, sessuali e psicologiche, che comprendono:

  • violenza da parte del partner (percosse, abusi psicologici, stupro coniugale, femminicidio);
  • violenza e molestie sessuali (stupro, atti sessuali forzati, avances sessuali indesiderate, abusi sessuali su minori, matrimonio forzato, molestie di strada, stalking, cyber-molestie);
  • tratta di esseri umani (schiavitù, sfruttamento sessuale);
  • mutilazione genitale femminile;
  • matrimonio infantile.

La Dichiarazione sull'eliminazione della violenza contro le donne, emanata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1993, definisce la violenza contro le donne come "qualsiasi atto di violenza di genere che provochi o possa provocare danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche alle donne, comprese minacce di tali atti, coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che in quella privata".

Oggi, 25 novembre, si celebra la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999. La data ricorda il brutale assassinio, nel 1960, delle tre sorelle Mirabal, attiviste politiche nella Repubblica Dominicana, per ordine del sovrano domenicano Rafael Trujillo (1930-1961).

Le conseguenze negative sulla salute psicologica, sessuale e riproduttiva derivanti dalle violenze subite colpiscono le donne in tutte le fasi della loro vita e continuano a essere un ostacolo al raggiungimento dell'uguaglianza, allo sviluppo, alla pace e al rispetto dei diritti umani delle donne e delle ragazze. Anche la promessa degli obiettivi di sviluppo sostenibile - non lasciare indietro nessuno - non può essere mantenuta senza porre fine alla violenza contro donne e ragazze.

Nella consapevolezza che la portata del fenomeno è ben più ampia e pervasiva, Arpa Piemonte quest’anno aderisce alla giornata con un piccolo gesto: la sottoscrizione del Manifesto della comunicazione non ostile, un progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza delle parole. Il Manifesto, che non fa una differenza di genere, attraverso 10 punti semplici e chiari, spiega come comunicare per favorire comportamenti rispettosi e civili. E da qui essere adeguatamente consapevoli e quindi riconoscere la violenza verbale, contrastarla e fermarla immediatamente quando ciò non avviene. In tutti i luoghi: dal posto di lavoro alla casa, dalla scuola alla rete.

manifesto parole ostili

Tutte e tutti noi dobbiamo essere a conoscenza di ciò che viene percepito e delle nostre risposte comportamentali, del fatto che la scelta delle parole e del nostro stile comunicativo possono fare la differenza, in ogni contesto.

Arpa Piemonte ha aderito al Manifesto con decreto del Direttore Generale 126 del 24 novembre 2020.

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