FAQ

PM10

 

PROTOCOLLO ANTISMOG

 

 IPQA

 

 

PM10

Cos’è il PM10?

Il PM10 rappresenta la parte del materiale particolato presente in aria ambiente le cui particelle possiedono un diametro aerodinamico compreso tra 0 μm e 10 μm; il PM2,5 rappresenta a sua volta una frazione del PM10 e più precisamente quella dimensionalmente minore con diametro aerodinamico compreso tra 0 μm e 2,5 μm. Per dare una idea delle dimensioni del PM10 possiamo descriverle come circa dieci volte più piccole di un capello.

È considerato un inquinante in quanto ha effetti dannosi sulla salute umana, come è stato dimostrato da numerosissimi studi, e la sua tossicità è anche legata alla sua composizione in quanto può contenere a sua volta altri inquinanti pericolosi per la salute umana come il composto organico benzo(a)pirene e metalli tossici come il piombo, il cadmio, il nichel e l’arsenico. Per tutti questi inquinanti la normativa attuale, comunitaria e nazionale, stabilisce dei valori limite o dei valori obiettivo.

Come viene misurato?

La strumentazione in continuo preleva l’aria ambiente, selezionando la tipologia di particolato (PM10 o PM2.5), filtrandola su un apposito supporto sul quale effettua automaticamente la misurazione al termine delle 24 ore di campionamento rendendola così disponibile per la mattina seguente.

La strumentazione semiautomatica preleva l’aria ambiente, selezionando la tipologia di particolato (PM10 o PM2.5), filtrandola su un apposito supporto che viene invece rimosso manualmente e portato in laboratorio per l’analisi gravimetrica. In quest’ultimo caso la frequenza con la quale i dati aggiornati sono resi disponibili al pubblico, a differenza del metodo in continuo, è indicativamente pari a una volta ogni 12 giorni nel periodo freddo dell’anno (novembre - aprile) e 18 giorni nei rimanenti mesi.

 

Quali sono i limiti stabiliti dalla legge?

Per il PM10 sono stabiliti due valori limite per la protezione della salute umana: un valore giornaliero di concentrazione pari a 50 μg/m3 da non superare per più di 35 giorni per anno civile e un valore annuale di concentrazione pari a 40 μg/m3. La normativa attuale non stabilisce un valore o una soglia di allarme.

 

Perché il PM10 è elevato solo nel periodo autunno/inverno?

In inverno i valori di concentrazione sono particolarmente elevati in quanto, oltre alle emissioni usuali alle quali si aggiungono quelle del riscaldamento, si determinano delle condizioni meteorologiche particolarmente sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti. Nel periodo invernale infatti la presenza di una vasta area anticiclonica stabile sul nord Italia favorisce la formazione di condizioni di inversione termica (la temperatura aumenta invece che diminuire con la quota), in particolare nelle ore notturne. In queste condizioni, che spesso persistono per l'intera giornata, lo strato di atmosfera nel quale si possono disperdere gli inquinanti è assai limitato; si ha così la formazione di aree inquinate, specie in prossimità dei centri urbani. Nelle stagioni di transizione, quali la fine dell'inverno, la primavera e autunno, sono frequenti le condizioni di tempo perturbato determinate da aree di bassa pressione sull'Europa e sul Mediterraneo che determinano in generale condizioni meteorologiche favorevoli alla dispersione degli inquinanti. Nei mesi estivi, grazie all'intensa radiazione solare e alla presenza di un campo anticiclonico consolidato, gli strati superficiali dell'atmosfera risultano interessati da fenomeni di rimescolamento turbolento: gli inquinanti immessi in prossimità del suolo sono diluiti su un volume molto maggiore rispetto a quello del periodo invernale, e ciò fa sì che le loro concentrazioni in aria siano generalmente basse. In estate l’altezza dello strato rimescolato può raggiungere anche i 2-3 chilometri contro le poche centinaia di metri del periodo invernale.

 

Dove si possono consultare i dati del PM10?

Sul sito di Arpa Piemonte al seguente link http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/aria/aria/dati-giornalieri-di-particolato-pm10 è possibile trovare i dati giornalieri di particolato PM10 sottoposti al primo livello di validazione per le stazioni individuate come rappresentative per l’intero territorio regionale.

Nella stessa pagina sono consultabili gli altri indirizzi utili: Sistema Piemonte, bollettini e approfondimenti nel Rapporto Stato Ambiente.

 

PROTOCOLLO ANTISMOG

Su quali dati si basa il protocollo antismog?

Il protocollo antismog introdotto dalla D.G.R. n. 9-2916 del 26 febbraio 2021 della Regione Piemonte si basa esclusivamente sulle concentrazione medie giornaliere di particolato PM10 previste per il giorno in corso e i due giorni successivi da un sistema modellistico previsionale di qualità dell'aria.

Il sistema modellistico considera le emissioni degli inquinanti in atmosfera, le forzanti meteorologiche riproducendo, mediante un modello matematico, i fenomeni chimico-fisici che avvengono in atmosfera (il trasporto, il dilavamento, l'accumulo, la dispersione, la trasformazione chimica etc) per fornire le concentrazioni medie giornaliere previste su tutta l'area di studio.  Il sistema modellistico è sviluppato allo stato dell'arte della modellistica atmosferica, fa parte degli strumenti previsti dal Programma di Valutazione riportato nella deliberazione della Giunta regionale 30 dicembre 2019, n. 24-903 e soddisfa pienamente gli obiettivi di qualità per la modellizzazione richiesti dal d.lgs. 155/20101.

Le previsioni sono validate e controllate da un tecnico esperto di Arpa Piemonte prima di essere utilizzate per il protocollo antismog.

 

Cosa sono le zone di qualità dell’aria sulle quali si applica il  protocollo antismog?

La D.G.R. n. 9-2916 del 26 febbraio 2021 della Regione Piemonte ha esteso l'area di applicazione del protocollo antismog a tre delle quattro zone di qualità dell'aria stabilite dalla deliberazione della Giunta regionale n. 24-903,  del 30 dicembre 2019.  Le zone di qualità dell’aria sono delle macro-aggregazioni di comuni richieste dalla normativa nazionale e comunitaria (d.l.g.s 155/2010) che le individua come il “presupposto su cui si organizza l’attività di valutazione della qualità dell’aria ambiente”. Le zone sulle quali si applica il protocollo antismog sono tre (mettere link alla immagine delle zone):

  • IT0118 – Agglomerato di Torino, comprendente 33 comuni;
  • IT0119 – Pianura, comprendente 268 comuni, tra i quali tutti i capoluoghi di provincia ad eccezione di Torino e Verbania;
  • IT0120 – Collina, comprendente 646 comuni, tra cui Verbania.

 

Maggiori dettagli si possono reperire al link  https://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/aria/aria/semaforo-qualita-dellaria-pm10 e nei documenti in essa presenti.

 

Perché in due comuni vicini posso avere valori differenti del semaforo ?

I livelli del semaforo sono emessi separatamente per ognuna delle tre zone sulle quali si applica il protocollo e non per ogni singolo comune interessato dal provvedimento. Per ogni comune afferente ad una zona vale quindi il livello assegnato all'intera zona e due comuni limitrofi appartenenti a zone differenti, possono quindi avere livelli differenti del semaforo per lo stesso giorno (ad esempio  Alba e Bra  collocate rispettivamente  in zona IT0120 – Collina e zona IT0119 – Pianura).

 

Il livello del semaforo sul mio comune è diverso dal verde, ma le previsioni di qualità dell’aria sul mio comune non prevedono superamenti.  Perché?

Il livello attivo su un comune è il livello attivo sulla zona alla quale afferisce il comune stesso, livello che è stato calcolato sulla base dei dati previsti ritenuti rappresentativi per l’intera zona e non per il singolo comune. Con la D.G.R. n. 9-2916 del 26 febbraio 2021 la Regione Piemonte ha  adottato un protocollo che comporta l’adozione preventiva dei provvedimenti di limitazioni, in modo da prevenire l’eventuale occorrenza dei superamenti del valore limite giornaliero sulla singola zona. In quest’ottica conservativa e prudenziale viene considerato rappresentativo della zona ai fini del protocollo antismog il 75° percentile delle concentrazioni previste sui singoli comuni della zona: se questo valore è maggiore delle soglie prefissate viene attivato il livello arancio (se superiore a 50 ug/m3) o il livello rosso (se superiore a 75 ug/m3).  Questo vuol dire, considerando ad esempio il caso del livello arancio attivo, che si prevedono superamenti del valore limite di 50 ug/m3 per tre giorni consecutivi solo su una parte dei comuni della zona, non su tutti.

 

Sul mio comune è stato dato un livello del semaforo diverso dal verde, ma poi guardando i dati misurati dalla stazione di qualità dell’aria collocata nel mio comune non osservo superamenti dei limiti nei giorni scorsi. Perché?

I dati misurati da una stazione di qualità dell’aria collocata in un comune per un dato giorno non sono confrontabili con il livello del semaforo previsto per lo stesso giorno (ed emesso nel precedente giorno di controllo) perché il livello del semaforo è calcolato per la zona alla quale afferisce il comune e non sul singolo comune in cui è collocata la stazione (si veda a questo proposito la relativa FAQ “Il livello del semaforo sul mio comune è diverso dal verde, ma le previsioni di qualità dell’aria sul mio comune non prevedono superamenti.  Perché?”).

Si può confrontare il dato misurato con la previsione emessa per quel giorno su quel comune e pubblicata ai seguenti link (https://webgis.arpa.piemonte.it/previsionipm10_webapp/ e e https://aria.ambiente.piemonte.it/) considerando comunque che:

  • la previsione sul comune rappresenta un valore medio sulla superficie comunale, la stazione invece misura concentrazioni puntuali, la cui rappresentatività varia a seconda della tipologia di stazione: possono essere utilizzati per il confronto solo i dati misurati da stazioni di fondo, rappresentative di condizioni ‘medie’ di inquinamento e non con stazioni di traffico, rappresentative di condizioni locali, non riproducibili su scala comunale (ad esempio posso confrontare i dati previsti di PM10 su Torino con quelli misurati dalla stazione di Torino Lingotto, non con quelli misurati dalla stazione di Torino Rebaudengo);
  • l’applicazione delle misure previste dal protocollo con livello arancione o rosso, dovrebbe portare ad una riduzione delle emissioni di particolato primario e dei precursori del PM10 che il modello di qualità dell’aria non può conoscere, portando ad una potenziale sovrastima delle concentrazioni simulate rispetto a quelle misurate;
  • le previsioni di qualità dell’aria sono, come tutte le previsioni, affette da un errore che dipende da molteplici fattori, i principali dei quali riguardano un parziale deficit di conoscenza sulle emissioni, sui processi chimico-fisici atmosferici e sull’incertezza delle previsioni meteorologiche.

 

Chi fa le ordinanze per le limitazioni al traffico?

Ai sensi della normativa vigente, la scelta delle limitazioni al traffico da adottare è prerogativa dei singoli Comuni. Sulla base delle previsioni, infatti, Arpa Piemonte calcola esclusivamente il livello del semaforo secondo quanto indicato nel Protocollo  operativo. Le Amministrazioni comunali hanno le competenze istituzionali per valutare le indicazioni fornite ed emettere eventualmente le ordinanze per le limitazioni  al traffico e per le altre iniziative previste dal Protocollo.

 

Cosa succede se il giorno programmato di emissione del semaforo antismog cade in un giorno festivo?

Il protocollo operativo prevede come giorni di controllo programmato – nei quali  dal 15 settembre  al 15 aprile viene emesso il livello del semaforo antismog – le  giornate di lunedì, mercoledì e venerdì. Se una determinata giornata di controllo cade in un giorno festivo, il protocollo prevede che il nuovo livello del semaforo venga emesso nel giorno  feriale successivo più prossimo. Di conseguenza nel giorno festivo in questione rimane valido il livello del semaforo emesso nel giorno di controllo precedente, a meno di eventuali deroghe previste esplicitamente dai provvedimenti delle autorità competenti (ad esempio in conseguenza del fatto che in quel determinato giorno festivo infrasettimanale il trasporto pubblico locale è stato valutato non sufficiente a garantire la mobilità dei cittadini).

 

Come si rapporta IPQA con i dati misurati delle stazioni e con il protocollo antismog?

IPQA è un indice calcolato non su un singolo inquinante, ma su quello più critico (rispetto al superamento dei valori limite giornalieri) tra PM10, NO2 ed O3. IPQA è un indice di area vasta, rappresentativo cioè dei livelli medi di inquinamento di una area costituita da Torino e altri dodici comuni della prima cintura . Infine IPQA è un indice elaborato non sui dati osservati da stazioni di monitoraggio, ma sui dati previsti da un modello numerico di qualità dell'aria. Per tutte queste ragioni il valore di IPQA non può essere direttamente confrontato con i dati puntuali di un singolo inquinante misurati da una o più stazioni di monitoraggio, in quanto vi possono essere discrepanze legate sia all'errore connaturato alla previsione, sia alla diversa rappresentatività spaziale del dato misurato e di quello prodotto dal modello.

Anche rispetto al  protocollo antismog  vi sono delle differenze che rendono le due indicazioni non direttamente e totalmente confrontabili:

  • IPQA è rappresentativo di un’area che comprende Torino ed i principali 12 comuni limitrofi, mentre il livello del protocollo antismog fa riferimento all'intero agglomerato torinese (zona IT0118, come  definito dalla D.G.R. 24-903/2019) , che comprende 33 comuni
  • le modalità di calcolo, le classi di concentrazione considerate e  l'estensione dei livelli - pur rappresentati in entrambi i casi con un codice colore - sono diverse perché diverse sono le finalità dei due strumenti : l'IPQA si propone di informare il  cittadino in merito allo "stato" della qualità dell'aria previsto in un dato giorno, mentre il protocollo antismog è finalizzato alla gestione delle  misure temporanee di limitazione delle emissioni di inquinanti in atmosfera previste dalle norme regionali in materia;
  • il livello del protocollo antismog è calcolato considerando le previsioni per il giorno di emissione ed i due giorni successivi nel loro insieme, IPQA è calcolato per ogni singolo giorno di previsione.


 

IPQA

Che cos'è IPQA?

IPQA è l'acronimo di Indice Previsionale della Qualità dell'Aria. Un indice di qualità dell'aria ha la finalità di informare il cittadino in merito allo "stato" della qualità dell'aria su aree estese in cui le concentrazioni di inquinanti siano mediamente omogenee.
L'IPQA relativo all'agglomerato torinese è infatti uno strumento di comunicazione che rende facilmente accessibili le informazioni fornite da un sistema di modellistica previsionale della qualità dell'aria. L'IPQA è quindi nient'altro che una previsione dei livelli di inquinamento rappresentata attraverso una semplice scala di valori; l'obiettivo è fornire un'indicazione quotidiana sulla qualità dell'aria prevista per il giorno in corso e per i due giorni successivi nell'agglomerato torinese in relazione alle sostanze inquinanti prese in considerazione (PM10, NO2, O3) e ai limiti normativi fissati dalla direttiva comunitaria 2008/50/EC e dal D.Lgs 13 agosto 2010 n. 155.

L'IPQA viene espresso con un indice numerico che può variare da 1 a 5, più alto è il valore, più elevato è il livello di inquinamento atmosferico: valori di IPQA da 1 a 3 indicano concentrazioni al di sotto dei limiti di legge giornalieri, mentre valori di IPQA pari a 4 o 5 concentrazioni superiori ai limiti di legge.

 

Qual è l'area di applicazione di IPQA?

L'IPQA fornisce una previsione dello stato di qualità dell'aria sull'agglomerato urbano torinese composto dai territori dei comuni di Torino, San Mauro, Settimo T.se, Borgaro T.se, Venaria, Collegno, Grugliasco, Rivoli, Orbassano, Beinasco, Nichelino e Moncalieri.

L'IPQA è un indice di area vasta, rappresentativo cioè dei livelli medi di qualità dell'aria di un'area sostanzialmente omogenea dal punto di vista territoriale con uniformi criticità dal punto di vista dell'inquinamento atmosferico.

 

Che cosa sono i due valori di IPQA pubblicati quotidianamente sul sito della Città metropolitana di Torino?

Sono i valori di IPQA previsti per il giorno in corso e il giorno successivo dalle simulazioni di qualità dell'aria effettuate il giorno precedente. 
Sono quindi valori elaborati sulle previsioni e non sulle osservazioni.

Consulta i valori e la sezione dedicata del sito della Città metropolitana di Torino.

Che cosa è il valore di IPQA pubblicato quotidianamente sul sito del Comune di Torino?

Sono i valori di IPQA previsti per il giorno in corso dalla simulazione di qualità dell'aria effettuata il giorno precedente.
Sono quindi valori elaborati sulle previsioni e non sulle osservazioni.

 

Come si calcola l'IPQA

IPQA è calcolato a partire dalle concentrazioni simulate da un sistema modellistico previsionale di qualità dell'aria gestito da Arpa Piemonte. Un sistema modellistico di qualità dell'aria simula, a partire dalle previsioni meteorologiche e dalla stima delle emissioni degli inquinanti, il trasporto, la deposizione e le trasformazioni chimiche dei principali inquinanti, fornendo una previsione della loro concentrazione su tutta l'area di interesse (il dominio di simulazione). Un modello di qualità dell'aria fornisce le concentrazioni di inquinanti su celle quadrate di varie dimensioni (nel caso di IPQA si tratta di celle quadrate di un chilometro di lato). Per il calcolo di IPQA sono state considerate le sole celle che ricadono all'interno dell'area di applicazione e che presentano caratteristiche di forte antropizzazione. I valori di concentrazione di PM10, NO2 e O3 simulati dal modello di qualità dell'aria sono aggregati su base giornaliera e rapportati ai rispettivi valori limite, ottenendo per ciascun inquinante un indice numerico che assume valori sotto i 100 in caso di rispetto del valore limite e sopra i 100 in caso di non rispetto del valore limite. IPQA è infine calcolato come il peggiore dei tre sottoindici e successivamente classificato in cinque classi. Valori di IPQA da 1 a 3 indicano concentrazioni al di sotto dei limiti di legge giornalieri, mentre valori di IPQA pari a 4 o 5 concentrazioni superiori ai limiti di legge.

 

Come si rapporta IPQA con i dati misurati delle stazioni e con il protocollo antismog?

IPQA è un indice calcolato non su un singolo inquinante, ma su quello più critico (rispetto al superamento dei valori limite giornalieri) tra PM10, NO2 ed O3. IPQA è un indice di area vasta, rappresentativo cioè dei livelli medi di inquinamento di una area estesa. Infine IPQA è un indice elaborato non sui dati osservati da stazioni di monitoraggio, ma sui dati previsti da un modello numerico di qualità dell'aria. Per tutte queste ragioni il valore di IPQA non può essere direttamente confrontato con i dati puntuali di un singolo inquinante (nel protocollo antismog si considera solo il PM10) misurati da una o più stazioni di monitoraggio.

I due valori infatti possono presentare discrepanze dovute a:

  • diversa rappresentatività spaziale;
  • errore connaturato alla previsione;
  • aggregazione di inquinanti in un caso, valori di un singolo inquinante nell'altro.

Il protocollo antismog considera, per ognuno dei comuni potenzialmente interessati,  uno o più dati osservati, IPQA invece un livello medio su un area sovracomunale che deriva da elaborazioni su previsioni e non su osservazioni.

 

 

IPQA considera eventi naturali o antropici non comuni e non prevedibili (ad esempio gli incendi)?

No, IPQA non tiene conto di eventi imprevedibili e temporanei come ad esempio gli incendi boschivi, anche se perduranti. I dati di emissione di inquinanti in ingresso al modello di previsione di qualità dell'aria fanno riferimento ai dati contenuti nell'Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera della Regione Piemonte (IREA, http://www.sistemapiemonte.it/fedwinemar/elenco.jsp), dati che non possono essere aggiornati in tempo reale o quasi, ma in modalità differita con frequenza pluriennale o al più annuale.

 

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