Le tracce di Chernobyl in Piemonte

26 aprile 2016

A trent'anni dal passaggio della nube radioattiva sul Nord Italia, originata dall’incidente avvenuto alla centrale nucleare di Chernobyl, si rilevano ancora in Piemonte tracce di quell'evento.
E' infatti presente nell'ecosistema piemontese il Cs-137, un isotopo radioattivo artificiale prodotto dalla fissione nucleare dell’uranio e avente emivita di circa 30 anni.

Il Cs-137 si rileva in particolare nei suoli e, di solito in minor concentrazione, in alcune matrici alimentari (latte, carne, frutti di bosco). I livelli più elevati possono essere rinvenuti nella selvaggina e in alcune specie di funghi. Si tratta comunque di quantità che non danno luogo a dosi significative alla popolazione se confrontate con la normale esposizione alla radioattività naturale. In generale, si valuta che in media il contributo della radioattività artificiale (Chernobyl) è < 1% della dose globale di radiazioni assorbita dalla popolazione piemontese a seguito di esposizione a radioattività naturale.

piemonte cs

La mappa regionale del contenuto di Cs-137 nei suoli

 

Cesio latte

L'andamento della concentrazione di Cs-137 nel latte vaccino dal 1988, poco dopo l’evento di Chernobyl, al 2014

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